
RECENSIONE PROGETTO “CODICE ROSSO”
Il giorno 10 Aprile le classi seconde dell’Istituto di scuola superiore Luosi di Mirandola hanno partecipato al progetto “Codice Rosso”.

I temi trattati sono stati principalmente il Revenge porn e la violenza di genere, scanditi dalle parole del monologo dell’attrice Elisa Lolli, accompagnata dal musicista Marco Sforza, e approfonditi rispettivamente dalle avvocate Anna Martinelli, Stefania Pellacani, Stefania Moretti e Gloria Bulgarelli.
Elisa Lolli ha portato sul palco la storia di una donna, il cui nome reale è sconosciuto, che è stata però identificata come “Alice”. Viene descritta come una donna semplice, una “bambina grande” con un’incrollabile fiducia nel mondo e nelle persone. Questo fino all’8 Gennaio, quando la sua collega la chiama al telefono per dirle di aver visto un suo video intimo in rete.
Il video aveva girato tutta la città e amici, parenti, conoscenti erano tutti a conoscenza di esso. Era stato condiviso dall’uomo con il quale si frequentava ormai da un po’ di tempo.
Alice non sa bene come reagire, ma questo era, però, soltanto l’inizio di un asfissiante incubo. Il video rimbalzava da una chat all’altra, da Whatsapp a gruppi Telegram con migliaia di iscritti.
Alice si chiuse in casa, non esce per mesi e si isolò da tutto quello che la circonda.

Evitava le amicizie, alcune le perde, altre le allontana lei stessa. Continuava ad colpevolizzarsi, a darsi della stupida, a chiedersi come abbia potuto fidarsi. Era arrivata al fondo, alla disperazione, tanto da considerare una sfida quotidiana quella di ritornare a sorridere e ad affrontare la vita di tutti i giorni.
Quella raccontata da Alice, è in realtà una storia tra mille, una delle tante storie di violenza, uno dei tanti racconti dimenticati, soffocati e messi da parte. Uno dei tanti episodi che ci ricorda quanto sia importante chiedere aiuto, in quanto non si è mai soli davanti a tali situazioni.
Violenze come quelle fisiche, sessuali, psicologiche portano a costante ansia, terrore, tanto da rendere impossibile la vita e talvolta portano anche a gesti estremi, come il suicidio.

Ad oggi è diventato quasi “normale” ascoltare casi di femminicidio o di discriminazione di genere, basta accendere la televisione, guardare le ultime notizie sul cellulare.Si tratta di un fenomeno “comune”, che interessa donne di tutto il mondo, si manifesta anche attraverso molestie, persecuzioni e manipolazione.
Tuttavia, l’incontro di oggi sottolinea l’importanza di parlarne sempre, senza provare alcuna vergogna o sentirsi in colpa per il danno subito. Reati come il revenge porn, o altri casi di violenza, hanno conseguenze irreversibili per la persona offesa dal reato e nessuna sanzione, reclusione o pena potrà mai riparare i segni lasciati.
Nulla potrà mai risarcire, curare o essere perdonato.
Si tratta di un gravissimo danno, soprattutto psicologico, che segnerà a vita donne come Alice. Donne piene d’amore, che si troveranno sempre in difficoltà ad amare, a credere, ad avere relazioni future, che dovranno imparare a rivivere, risorgere e tornare a sognare.
L’amore non è ossessione, non è possesso, controllo, ricatto e non , sicuramente, violenza.
Morosan A. 2CL
Commento all'articolo